La Facoltà di scienze umane dell’Università di Würzburg assegna il premio Beatrice Edgell dal 2006, “in memoria di una pioniera dell’emancipazione femminile, per onorare gli straordinari risultati delle giovani ricercatrici”.
Quest’anno il Premio è andato a Diana Löffler per il suo progetto di tesi “Colore, metafora e cultura – Fondamenti empirici per la progettazione dell’interfaccia utente”. Il progetto di ricerca per il dottorato è stato supervisionato dal professor Jörn Hurtienne del Dipartimento di Ergonomia psicologica in collaborazione con il professor Takashi Toriizuka, Università di Nihon in Giappone.
Diana Löffler ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune domande sulla sua ricerca.
Quali sono i metodi e i principali risultati della sua ricerca?
Nella mia tesi di dottorato “Colore, metafora e cultura – Fondamenti empirici per il design dell’interfaccia utente”, premiata con il premio Beatrice Edgell nel 2018 dall’Università di Würzburg, ho sviluppato una teoria che predice e spiega il significato universale del colore in contesti specifici, come la percezione del peso, la stima della distanza e della temperatura, o che coinvolgono idee più astratte come sicurezza o affetto.
La teoria è supportata da un’ampia revisione della letteratura sulla psicologia del colore e formalizzata con equazioni matematiche (regressioni lineari). Le previsioni della teoria sono state testate empiricamente in 8 studi in laboratorio e online con un totale di 540 partecipanti tedeschi e giapponesi.
In che modo i risultati si applicano alla progettazione dell’interfaccia utente?
Come risultato della tesi, abbiamo sviluppato una app per smartphone che può essere utilizzata dai progettisti dell’interfaccia utente. L’app ha un selettore di colori e indica ai progettisti il significato del colore che probabilmente trasferisce in un determinato contesto e in che modo questo significato può essere modificato in base a tonalità, saturazione e luminosità.
Quali sono i suoi prossimi progetti di ricerca?
Attualmente sto lavorando nel campo della robotica assistita, affrontando domande come: “Cos’è un ‘buon design’ per un robot sociale?” e “Trasferiamo il nostro comportamento dall’interazione uomo-robot all’interazione uomo-uomo?”. Di volta in volta sto applicando i risultati del mio dottorato di ricerca alla progettazione di robot, ad esempio per consentire a un robot di esprimere le emozioni in un modo che sia facile da capire attraverso l’uso dei colori.
La dott.ssa Diana Löffler è ricercatrice ed ha una cattedra per la Ubiquitous Design in robotica assistita presso l’Università di Siegen (Germania). Diana ha una formazione in psicologia e un dottorato in interazione uomo-macchina. La sua ricerca interdisciplinare si concentra sull’ottimizzazione dei sistemi informatici per il benessere umano e sulla traduzione di intuizioni in risultati utilizzabili per le applicazioni industriali.