Nel celebrare la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nelle scienze, esploriamo la vita di Augusta Dejerine-Klumpke attraverso la sua biografia (originariamente scritta in francese) per scoprire come iniziò la sua carriera scientifica e quale eredità ha lasciato alle future generazioni di neuroscienziati.
Nacque a San Francisco, negli Stati Uniti, e vi rimase fino all’aprile del 1871, quando sua madre – Dorothea Klumpke – si imbarcò per l’Europa con i suoi sei figli
La vita riprendeva il suo corso a San Francisco. Era molto confortevole. Stavamo seguendo le lezioni alla “High School Valencia Street”, che era molto ben organizzata per disciplina e igiene. Era una scuola mista, con ragazzi e ragazze seduti su due file, ma con campi da gioco separati. A casa, nulla era risparmiato per la nostra educazione, avevamo un insegnante di tedesco, un insegnante di musica, un insegnante di danza, un insegnante di disegno e visite al giardino zoologico. A 10 anni, sapevo leggere in tedesco. Ricevetti anche l’Iliade e l’Odissea, i racconti di Grimm, i racconti di Andersen, che lessi con passione.
Lontana dal marito, dopo che il loro matrimonio si era deteriorato, Dorothea Klumpke e i suoi figli vissero per due anni in Germania e poi si trasferirono in Svizzera.
Durante gli anni tedeschi, Augusta seguì lezioni intensive di francese, che le permisero poi di accedere alla scuola superiore di Losanna.
Dopo 2 anni, conoscevo abbastanza bene il francese da poter seguire le lezioni all’Ecole Supérieure de Jeunes Filles di Losanna. Mia madre mi mandò ad abitare con una delle insegnanti della scuola. Seguivo le lezioni e mi divertivo anche ad aiutare uno dei nipoti dell’insegnante nei compiti. Ho lavorato in questo modo per 3 anni.
Poi, per l’istruzione delle mie sorelle più piccole, mia madre si stabilì a Losanna.
A Losanna Augusta seguì anche lezioni di lingue antiche, scienze, chimica e storia naturale impartite da professori universitari. La madre, sebbene avesse risorse economiche limitate, non si sottrasse a nessun sacrificio per assicurare la migliore istruzione ai suoi figli.
Dopo aver ottenuto il diploma, Augusta era ormai avviata a diventare un’insegnante. Una rivista di moda cambiò i suoi piani definitivamente: Madeleine Brès – la prima donna medico francese – attirò l’attenzione della madre e le ricordò anche una frase premonitrice.
Tuttavia, un giorno, mentre apriva una rivista di moda, “La Mode Illustrée”, pubblicata da Firmin Didot, mia madre lesse che una donna, la signora Madeleine Brès, aveva superato la discussione della sua tesi in medicina presso la facoltà di medicina a Parigi. Ricordò poi un commento fatto dal nostro caro medico di famiglia a San Francisco: “Signora, se ha la possibilità di fare della sua seconda figlia un medico, vada avanti”.
Augusta accettò la proposta con entusiasmo perché avrebbe potuto così continuare gli studi scientifici. La facoltà di medicina però non c’era né a Ginevra né a Losanna e a Zurigo la madre non l’avrebbe certo mandata tra le studentesse nichiliste russe che vestivano come gli uomini. Dove andare a studiare? Una conversazione durante una vacanza in montagna indirizzò la scelta.
Poi, durante la nostra vacanza in montagna nel 1876, conobbe una signora parigina: “Come, signora, vi separate dai vostri figli, con una figlia a Roma o Monaco per gli studi artistici, l’altra forse all’inferno a Zurigo, e voi? con gli altri figli a Losanna; perché non venite a Parigi, lì troverete tutte le risorse necessarie: atelier di pittura, corsi alla facoltà di medicina e la Sorbona, scuole eccellenti per vostro figlio, lezioni per i bambini più piccoli, e non vi dovrete separare da loro ‘.
Nel 1877 la madre organizzò il trasferimento a Parigi e l’inizio degli studi per tutti a ottobre. La sorella di Augusta, Dorothea, che fu una pioniera dell’astronomia, fu la prima donna a presentare una tesi alla Sorbona nel 1893.
Mi sembra che la mia amata buona madre non sia riuscita troppo male nell’educazione dei suoi figli. A lei va tutto il merito. Era una madre ammirevole, con un’anima nobile, sentimenti elevati e un impegno totale. Viveva solo per i suoi figli. Ci ha insegnato a non arrenderci di fronte alle difficoltà, la perseveranza e la volontà.
Grazie a lei, eravamo privilegiate tra le studentesse di Parigi, che di solito erano straniere e isolate. […] Gestiva la casa con un’economia saggia e ci circondava con la bellezza della natura, dell’arte e del cuore. Eravamo il suo orgoglio e la sua gioia, e per noi lei era tutto.
Nel 1880 Augusta entrò come tirocinante alla clinica del Professor Hardy dell’ospedale Charité.
Questo era il posto in cui fui iniziata alla ricerca scientifica. Seguivo le attività cliniche e le lezioni, raccoglievo le anamnesi dai pazienti, tornavo in ospedale nel pomeriggio per esaminare i nuovi pazienti ammessi ed eseguire autopsie. Mi fu data la responsabilità di alcuni esami istologici. Inoltre, la mia conoscenza delle lingue straniere mi permise di sfruttare meglio i testi medici. Così, mi sono avviata alla letteratura medica inglese e tedesca. Ho letto documenti originali, ho consultato libri di testo e ho confrontato le osservazioni pubblicate con i pazienti ricoverati nel nostro servizio. Stavo istruendo me stessa e plasmando la mia mente.
Questi anni furono molto più interessanti del semplice studio dei libri per preparare un esame.
L’assunzione di donne medico negli ospedali parigini era preclusa, nonostante sostenessero brillantemente gli esami di ammissione. Solo la perseveranza e una intensa campagna femminista, consentirono a Blanche Edwards – medico francese e attivista per i diritti delle donne – e Augusta Klumpke di superare il concorso.
La signorina Edwards ha fatto richiesta dopo richiesta. La lotta fu intensa e la tensione divenne particolarmente alta durante la primavera del 1885, quando tutti i corsi di preparazione ci furono chiusi. A luglio, non sapevamo se saremmo state autorizzate a partecipare al concorso di ottobre. Ad agosto fummo ammesse su decisione del Prefetto della Senna, nonostante il parere negativo del Preside della Facoltà, della Società medica degli ospedali e della Società chirurgica degli ospedali in sessione plenaria, del Consiglio di sorveglianza dell’Assistenza pubblica e contrariamente ai pareri dell’Associazione degli ex tirocinanti degli ospedali di Parigi.
La prima ammissione di donne medico negli ospedali francesi si deve quindi a una decisione politica.
La politica, di tanto in tanto, porta progresso.
Con il matrimonio di Augusta Klumpke e Jules Déjerine, l’internato si interruppe.
La loro fu una collaborazione scientifica a vita. Ma quale fu il ruolo di Augusta?
Possiamo leggerlo nelle parole di André-Thomas, suo allievo e collaboratore, in una memoria del 1928.
Diversi scienziati mi hanno chiesto come sia possibile distinguere il ruolo della signora Dejerine nel lavoro comune con Dejerine. Tale discriminazione mi sembra impossibile, considerando la concezione generale e i risultati ottenuti. Tuttavia, la parte puramente tecnica, la scelta dei tagli, la disposizione delle tavole, tutta la parte iconografica si devono attribuire alla signora Dejerine. Fu sotto la sua direzione che Henri Gillet eseguì i magnifici disegni che illustrano i due volumi dell’Anatomia dei Centri Nervosi. La signora Dejerine eccelleva nell’arte di costruire uno schema, che riassume tutta la documentazione, tutti i dati acquisiti in via definitiva su un sistema anatomico. Sotto questo aspetto la sua collaborazione è ancora di primo livello nella Semiotica del sistema nervoso, scritta interamente per mano del signor Dejerine. Ne sono una dimostrazione tutti gli schemi che riguardano sindromi protuberanti, bulbari, peduncolari, schemi cromatici delle vie oculogire, innervazione periferica e radicolare della pelle o dei muscoli; […], ecc, ecc. Ammiriamo in questi schemi eseguiti completamente da lei, il rispetto della proporzione e dell’armonia che, con la visione d’insieme e la cura di ogni dettaglio, non è mai mancato. La signora Dejerine era allo stesso tempo una grande idealista e la più minuziosa delle realizzatrici. Personalmente, gli devo due schemi a colori in cui sintetizza la mia ricerca sulle vie cerebellari e sul sistema simpatico. Ha anche disegnato bellissime tavole anatomiche, di cui il signor Dejerine si è servito ampiamente durante il suo insegnamento alla Salpétrière.
Augusta Déjerine-Klumpke fu autrice di molte altre pubblicazioni scientifiche, di molti contributi non attribuiti e ricevette molti riconoscimenti. Dopodiché è stata dimenticata.
Negli ultimi anni della sua vita si diede molto da fare per i neurologi del futuro.
Nel 1920, assieme alla figlia Yvonne Déjerine, curò un Fondo alla Facoltà di Medicina costituito da materiali e documenti del lavoro scientifico dei Déjerine, ordinandoli e catalogandoli, in modo che potessero essere utilizzati dai futuri neuroscienziati.
Destinò anche un contributo annuale in franchi ad un premio della Società di Neurologia, in memoria di Jules Déjerine, destinato alle ricerche più rilevanti in campo anatomico clinico o sperimentale, condotte da giovani ricercatori.
Voir confirmer ses recherches et les conclusions d’un travail que l’on craignait d’affirmer trop audacieusement et, lorsqu’on suit une piste que l’on croit très sure, la voir contrôler par ses recherches personnelles et par les recherches des maîtres dans la carrière, est certes une des plus grosses jouissances scientifiques que peut éprouver un jeune auteur.
Thalgut, le 7 octobre 1927. Lettre de Mme Dejerine à sa fille Mme Sorrel-Déjerine.
[Vedere confermate la propria ricerca e le conclusioni di un proprio lavoro che si temeva troppo audace e, quando si segue una traccia a cui si tiene molto, vederla replicata dalle proprie ricerche personali e dalle ricerche dei maestri del settore, è sicuramente uno dei più grandi piaceri scientifici che un giovane autore possa sperimentare.
Thalgut, 7 ottobre 1927. Lettera di Madame Dejerine a sua figlia, la signora Sorrel-Dejerine]