Silvia De Marchi, una donna ritrovata.

“Sarebbe bastato un antibiotico, e mia madre avrebbe avuto salva la vita.” Sono queste le parole che l’avvocato Riccardo Musatti riferisce al termine del racconto di chi era sua madre, Silvia De Marchi, dei suoi pochi ricordi e di quelli tramandati da suo padre, Cesare Musatti, e sua zia,  Lucia De Marchi.

Ad accoglierci seduto al bar, un ottuagenario. “Ad uno dei primi tavoli vedrete un signore attempato, in maglione, che legge il giornale. Sono io.” Dopo le dovute presentazioni e convenevoli saluti, Riccardo apre la sua valigetta e ne estrae una cartelletta rossa: all’interno una pila di fotografie e un fascio di fogli. L’emozione è grande. Finalmente possiamo ammirare il volto di Silvia.

Riccardo Musatti

 

Sottolinea subito che non ha ricordi di sua madre, morta quando lui aveva appena tre anni, solo qualche immagine di luoghi, come il cortile e le scale della clinica dov’era ricoverata la madre negli ultimi attimi della sua breve vita. Il racconto è pacato, tra una foto e l’altra, la descrizione dei protagonisti delle foto, qualche aneddoto familiare.

Le foto di una donna nel pieno della sua vita: il sorriso, la spensieratezza, il legame con il figlio, l’intensità dello sguardo. Una giovane promessa stroncata da una terribile infezione auricolare, oggi banalmente curata con un antibiotico ma nefasta per gli anni trenta.

Silvia De Marchi e suo figlio Riccardo

Mio padre non parlava volentieri di mia madre, un po’ per proteggersi dal dolore e per mia zia, la morte della sorella, è stata una terribile ferita, molto dolorosa”. Il racconto è proseguito rispolverando le origini della famiglia Musatti, il nonno Elia figlio di una delle famiglie ebraiche veneziane più importanti, che sposa una napoletana conosciuta a Roma, Emma Leanza, cugina del deputato e leader della sinistra liberale Giuseppe Zanardelli. Per poi passare al nonno De Marchi, Luigi , senatore dell’Italia fascista e i suoi figli, soprattutto Lucia, depositaria delle sofferenze della famiglia. Luigi De Marchi insieme alla moglie Rosa Porro ebbero 7 figli: tutti ebbero la possibilità di studiare, eccetto Lucia. Non si sa quale sia stata la vera motivazione. Dopo un amore sfortunato Lucia diventa crocerossina. Nel 2006 il Presidente della Repubblica Ciampi conferisce la medaglia d’oro al valor civile alla memoria di Lucia De Marchi:

motivazione:
Ispettrice della Croce Rossa, dotata di una grande sensibilità e elevata professionalità, durante l’ultimo conflitto mondiale, con eroico coraggio ed encomiabile virtù civile si adoperò nel dare assistenza e soccorso a 1022 ebrei romani catturati dalle SS il 16 ottobre 1943 e deportati nei lager. Continuava con instancabile e appassionato impegno la sua opera di volontariato in favore dei profughi, dei reduci e delle persone colpite da calamità naturali. Fulgido esempio di senso di abnegazione e di umanesimo fondato sui valori più alti di fratellanza e di condivisione delle altrui sofferenze. 1943 – 1982 / Padova

 

Lucia aveva scritto delle memorie familiari, pubblicate in privato ad uso familiare. Nei suoi ricordi ritroviamo Silvia.

 

 

 

 

Riccardo ci racconta anche di suo padre, della sua vita. Dalla cacciata da Padova come professore universitario perché ebreo, al trasferimento a Milano.

Verso la fine della sua vita mio padre mi disse in veneto, Sai tua madre era più intelligente di me. Aveva metodo e rigore scientifico che io non ho mai avuto”.

E noi tutt’ora possiamo affermare che le sue scoperte sono valide tutt’oggi, e nonostante abbia solo due articoli a suo nome, ribadiamo che Silvia De Marchi abbia tutto il diritto di essere annoverata e ricordata come una pioniera nel campo della psicologia della testimonianza.

Grazie avvocato Riccardo Musatti per averci permesso di viaggiare con lei nei suoi ricordi e nella sua vita.

4 thoughts on “Silvia De Marchi, una donna ritrovata.”

  1. Buongiorno
    ho appena visto il video su Silvia De Marchi e desideravo farvi i complimenti per un lavoro che non solo è ottimo ma è anche prezioso per tutti gli studiosi.
    Volevo solo segnalare (scusandomi in anticipo, perché probabilmente lo sapete già) che sulla piattaforma Phaidra abbiamo messo online la tesi di laurea di Silvia De Marchi, o meglio una bozza con correzioni e note di De Marchi, Benussi e Musatti:
    https://phaidra.cab.unipd.it/o:283146
    Ancora complimenti e cordiali saluti
    Remo Badoer – Biblioteca di Psicologia dell’Università di Padova

  2. Grazie infinite, le sue parole ci riempiono di entusiasmo per continuare il progetto.
    Non eravamo al corrente che la tesi originale di Silvia De Marchi fosse ora accessibile dalla piattaforma della biblioteca di quella che è stata anche la nostra Università. Si tratta di una importante notizia.
    Speriamo di contribuire a far conoscere il lavoro pioneristico di una scienziata rigorosa e appassionata e a farla ricordare.

  3. Mi unisco alle parole del collega Remo Badoer e segnalo la mostra bibliografica in occasione dei 100 anni della Psicologia a Padova presso la Biblioteca Metelli dal 6 dicembre 2019 al 15 gennaio 2020.

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