Nel giorno della memoria ricordiamo alcune nostre pioniere che hanno fatto i conti con l’ascesa al potere del partito Nazista: Anna Meyer Berliner e Lina Solomonova Stern (Shtern), entrambe ebree, e Cécile Mugnier Vogt, sebbene non fosse ebrea, l’ascesa al potere del partito nazista ebbe ripercussioni sul suo lavoro.
Anna Meyer Berliner fu la prima e unica donna ad essere ammessa nel laboratorio di psicologia sperimentale di Wundt. Berliner ha pubblicato i risultati della sua ricerca in tre diverse lingue – tedesco, giapponese e inglese -, dando notevoli contributi alla psicologia sperimentale e ad una nuova branca della psicologia nota come psicologia della pubblicità. Comincia a lavorare in Germania per poi trasferirsi in Giappone con il marito. Nel 1925, dopo l’avvento della Repubblica di Weimar, i Berliner dal Giappone tornarono in Germania, Anna fu autorizzata a insegnare all’Istituto di psicologia di Lipsia e Sigfrid oltre ad insegnare, istituì un ufficio che avrebbe rappresentato gli interessi della OAG (Società asiatica orientale tedesca, associazione accademica indipendente con sede a Tokyo, gestita da tedeschi secondo le leggi giapponesi). Nel 1929 Anna Berliner ne diviene co-responsabile. La loro casa fu esempio di scambio interculturale: molti studenti e ricercatori giapponesi erano ospitati dai Berliner. Anna e Sigfrid Berliner organizzavano vari eventi, trasformando Lipsia in un importante centro di scambio culturale tra Germania e Giappone.
L’ascesa al potere del partito nazianal socialista resero la posizione dei Berliner precaria. In quanto ebrei, a Sigfrid non fu riconfermata la sua cattedra al college. Nel 1938 in seguito alle leggi raziali, con la scusa di studiare il popolo americano, la coppia fuggì dalla Germania nazista.
Lina Stern ha condotto ricerche innovative in biochimica e neurofisiologia. Ha dato importanti contributi al meccanismo di scambui che avviene a livello della barriera emato-encefalica ed è stata la prima scienziata a introdurre il termine “barriera”.
Nel 1942, Lina Stern si unì al Comitato antifascista ebraico organizzato su iniziativa dell’Unione Sovietica al fine di mobilitare il sostegno ebraico mondiale allo sforzo bellico dell’URSS contro la Germania nazista. Alla fine della seconda guerra mondiale, Stalin cambiò idea e promosse l’antisemitismo: questo fu l’inizio di una serie di azioni contro i membri del Comitato. Un discredito morale e professionale era diretto a Stern. Nel 1948 fu espulsa da tutte le posizioni di medicina e scienza e fu anche accusata di “pseudo-insegnamento” e di idee “anti-pavloviane”. I principali membri del Comitato antifascista ebraico furono arrestati. Lina Stern fu arrestata nel gennaio del 1949, all’età di 70 anni, e rimase in prigione per quasi quattro anni, sperimentando umiliazione e torture fisiche. Nel 1952, i membri del Comitato furono processati in segreto e, ad eccezione di Stern, furono giustiziati. Fu esiliata a Dzhambul, in Kazakistan. Nel 1953, tre mesi dopo la morte di Stalin, Stern tornò a Mosca. Riacquistò il suo status scientifico: era ancora membro dell’Accademia delle Scienze. Le fu permesso di creare un laboratorio, a 76 anni, e lo diresse fino alla sua morte.
Cécile Mugnier-Vogt ha trascorso gran parte della sua vita come scienziata in Germania, dove ha sviluppato una carriera molto produttiva che ha attraversato 60 anni, nonostante abbia attraversato due guerre mondiali e una dura situazione sociale ed economica in Germania. Insieme a suo marito Oskar, ha fatto scoperte rivoluzionarie nel campo della neuroanatomia e della neuropatologia. Il lavoro di Cécile e Oskar Vogt si è concentrato in gran parte sui campi della neuroanatomia clinica e comparata, nonché sulla Reizphysiologie (fisiologia dello stimolo) del cervello dei mammiferi e sulla ricerca genetica basata sulla biologia evolutiva.
Negli anni successivi al 1933 , dopo massicci assalti da parte dei nazionalsocialisti , durante i quali ricevevano minacciose ispezioni e accuse, furono costretti a lasciare il KWI für Hirnforschung (Kaiser Wilhelm Institute for Brain Research, KWI) a Berlino e dal 1937 continuarono il loro lavoro presso l’Institut für Hirnforschung und Allgemeine Biologie (Institute for Brain Research and General Biology), finanziato privatamente, a Neustadt vicino a Friburgo nella Foresta Nera. Per comprendere meglio la gravità del mobbing nazionalsocialista, vale la pena spiegare che la coppia era molto liberale, pacifista e credeva veramente che la scienza debba essere cosmopolita. Assunsero sempre i loro collaboratori in base alle loro capacità piuttosto che alla loro nazionalità o religione, e c’erano scienziati ebrei nei loro laboratori anche durante la dittatura nazionalsocialista nonostante le continue minacce dei nazisti e false accuse di altri scienziati vicini ai nastizi che volevano prendere il posto dei Vogts all’interno del KWI.